Dalla Premessa di Anthony Robbins
Edgar Allan Poe, il padre del genere in lingua inglese con il
suo Tales of Mystery & Imagination del 1845, definiva
i suoi racconti “tales of ratiocination” (“racconti
di raziocinio”).
S. S. Van Dine osserva che il romanzo poliziesco è un “gioco
intellettuale”, ovvero uno svago che richiede uno sforzo
mentale, come i cruciverba o il gioco degli scacchi (passatempi
ugualmente soggetti a limiti stretti). Le regole servono a delimitare
tanto il gioco stesso quanto i mezzi che utilizza per creare la
situazione iniziale (il problema) e raggiungere quella finale
(la soluzione). Si tratta solitamente di un oggetto letterario
piuttosto specializzato nello stile e nella struttura; e piuttosto
improbabile: una certa tranquilla zona della campagna inglese
subí un numero altissimo di omicidi, per soddisfare la
domanda dei lettori per racconti su Miss Marple.
Le caratteristiche del romanzo poliziesco rispondono a requisiti
classici: l’azione si svolge entro le mura o i confini di
una grande casa di campagna, dove il delitto è commesso
(anche nella classica stanza chiusa a chiave, di cui maestro insuperato
resta John Dickson Carr) da un membro della famiglia o del gruppo
ivi abitante, fonte di un buon numero di sospetti piú o
meno convincenti; la polizia locale è inconcludente; una
persona estranea all’ambiente, spesso eccentrica e intellettuale,
ricostruisce il delitto e arriva a individuare il colpevole attraverso
una serie di ragionamenti e interrogatori informali; il colpevole
è il meno probabile dei sospetti, il che fornisce la sorpresa
dell’ultima scena.